Una visita alla Corte Benedettina di Correzzola costituisce una testimonianza di assoluto interesse per conoscere da vicino la vita dell'entroterra veneto, il sistema agrario benedettino, la cultura monastica.
I monaci di S.Giustina di Padova acquistarono l'esteso fondo nel 1129 dalla contessa Giuditta Sambonifacio, e si impegnarono ad offrire sicurezza di vita alle popolazioni disagiate adoperandosi quindi in una sistemazione del fondo rendendo compartecipi alla bonifica gli stessi coloni ivi residenti e provenienti da altre attività.
La Corte divenne il centro direzionale benedettino, aveva il corpo centrale lungo il fiume e nel suo ambito erano collocati pozzi, porcili, un forno, un locale per tessitura, depositi, pollai, orti e giardini ed una grande scuderia che poteva contenere fino a 100 cavalli.
Ma i grandi avventi succedutesi con Napoleone, interrompono ogni opera e vengono soppresse le congregazioni religiose.
In seguito a ciò il duca di Lodi, Francesco Melzi d'Eril, assunse il controllo del sito benedettino e di tutte le scorte che vi si trovavano. Il latifondo fu poi gestito dalla nuova Josephine, la quale designò di affittare le singole campagne ai coloni residenti o ad altre famiglie immigrate.
Alla fine della prima guerra moindiale, il Tenimento Melzi d'Eril di Correzzola venne alienato e le possessioni, per varie e fortuite circostanze, andarono nelle mani dei cittadini del Comune di Correzzola.